"... Sù sù bagài, l'è ura da luà sù, incou l'è San Giùan e stanocc la rusada
l'ha bagnà la camamèla. . . l'è ura da andà a catàla prima che faga coult!"
(Su su bambini è ora di alzarsi, oggi è S. Giovanni e stanotte la rugiada ha bagnato la camomilla. . . è ora di andare a raccoglierla prima che faccia caldo!)
E' mattina presto. . . mi stropiccio gli occhi mentre mia nonna Giulia sveglia me e lo zio Mario, che è solo di qualche anno più grande, perchè è il momento giusto per andare nei campi a riempire il più possibile di camomilla qualche sacco di juta. Infatti, la tradizione popolare contadina racconta che le erbe mediche bagnate dalla rugiada della notte di S. Giovanni (a cavallo tra il 23 e il 24 giugno - solstizio d'estate -) e raccolte nelle prime ore della mattinata, aumentino di molto il loro potere curativo e questo valeva in modo particolare per la camomilla, che in quegli anni era tra le erbe più usate per curare i piccoli fastidi quotidiani come i mal di pancia, il mal di testa, per pulire le ferite e per fare gli impacchi in caso di arrossamento agli occhi.
Andare "per camomilla" era per noi bambini una festa: si partiva a gruppi e si faceva a gara a chi ne raccoglieva di più. Una volta tornati a casa, aiutavamo le donne a staccare i fiori maturi dai rami che poi venivano stesi su dei teli bianchi sotto il portico oppure in un altro luogo ombreggiato e asciutto ma nello stesso tempo ventilato, dove rimanevano per qualche giorno, smuovendoli di tanto in tanto fino a quando erano ben essicati. Ricordo molto bene che poi mio nonno Gigio un po' per volta la setacciava con il "cribièt" (un grande setaccio di legno a maglie piccole) e recuperava la polvere di camomilla separandola dai petali, mentre un'altra parte veniva lasciata col fiore intero. In tutte e due i casi, la camomilla la si conservava nei vasi di vetro, quelli con la chiusura a macchinetta fino all'estate successiva. Ancora oggi mi sembra di sentire il profumo intenso e fresco di questa pianta quasi miracolosa in quegli anni. . .
Mi sono scordata di dire che, siccome la camomilla cresceva anche lungo i bordi dei campi di grano e nei campi di grano crescevano dei bellissimi fiordalisi e un sacco di papaveri, molte volte noi bambini "entravamo nel frumento" per farne dei mazzetti. Questo faceva un po' arrabbiare i contadini perchè calpestavamo le spighe già mature e ormai pronte per la mietitura e i chicchi si disperdevano per terra. . .questo è uno dei tanti ricordi della mia bellissima infanzia trascorsa a casa dei miei nonni materni, nella Corte del Molinetto...il mio paradiso!