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Benvenuti . . .





Patrizia
. . .il mio mondo e poi di tutto un po'


...Ti porto fortuna !!!

*°*°*






Natale è un appuntamento a cui non puoi mancare, perché è una danza di profumi delle tue stagioni di vita, nelle continue attese di incontrare la magia che scende come la neve a imbiancare i cuori, anche quelli più neri.
Buon Natale amica mia carissima, a te e a tutti i tuoi cari che sono ormai anche un po' miei.
Con tanto affetto .....

Marisa

Riccardo e Daniele ... Noi siamo piccoli ma cresceremo!

UNA SPOLVERATINA E UNA PENNELLATA DI COLORE AI RICORDI PIU' DOLCI E COCCOLOSI , PROPRIO . . . COME UN PITTORE !



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sabato 28 luglio 2012

Basta una foto e dal niente ecco spuntare un ricordo d'infanzia!

Gironzolando sul web, ho trovato questa fotografia che, pur non avendo niente di speciale, io trovo eccezionale  perchè mi fa tornare alla mente tanti dolci ricordi,  tante giornate felici della mia infanzia  trascorse a Basiano a casa dei nonni materni. Questo, infatti, sembra lo stesso cascinotto che mio nonno Gregorio aveva in campagna dove coltivava un bell'orto e dove aveva un piccolo frutteto e qualche gallina...per lo meno io lo ricordo esattamente così! Da piccola trascorrevo lì molte ore all'aria aperta: andavo in cerca delle uova fresche che  ogni giorno le galline depositavano nei posti più nascosti, raccoglievo i pomodori, le patate, l'insalata....   ed era una soddsfazione  immensa portare alla nonna la verdura appena colta  ma, soprattutto era favoloso trascorrere l'estate a casa dei nonni  che abitavano in un grande cortile dove c'erano tanti bambini....
Che nostalgia!!!

mercoledì 22 febbraio 2012

Ricordi di scuola...La leggenda del costume di Arlecchino

Ho ritrovato questa leggenda sul mio quaderno "di bella" di terza elementare. Noi chiamavamo così il quaderno di italiano, quello  dei dettati e delle poesie, quello sul quale bisognava assolutamente scrivere bene e possibilmente senza cancellature ! 
Nelle pagine dedicate al carnevale, la maestra, dopo averci raccontato la storia di Arlecchino, come compito, ci aveva fatto scrivere il riassunto...

C'era una volta un bambino che si chiamava  Arlecchino. Era molto povero e viveva con la sua mamma in una misera casetta nelle valli bergamasche.
Arlecchino andava a scuola e, per carnevale, la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini  di vestirsi in maschera.
 I bambini accolsero l'idea con molto entusiasmo, parlavano dei loro vestiti che sarebbero stati  coloratissimi e bellissimi.       
Arlecchino, in disparte, non partecipava all'entusiasmo generale perché  sapeva che la sua mamma  non avrebbe mai potuto comprargli un costume per quell'occasione. 
Agli altri bambini, dispiaceva vedere Arlecchino tanto triste e fu così che ciascuno di loro decise di portare alla sua mamma un pezzetto di stoffa colorata che era avanzata dai loro costumi. La mamma lavorò tutta la notte per cucire insieme tutti i pezzi e ne fece un abito.  La mattina, quando Arlecchino si alzò trovò un bellissimo vestito di tanti colori diversi. Fu così che, grazie alla a generosità dei suoi compagni, alla festa della scuola fu proprio lui la maschera più bella e la più festeggiata.


Mi presento, sono Arlecchino. . . 
Con un saltello ed un inchino
eccomi a voi: sono Arlecchino!
Son fra le maschere di Carnevale
la più festosa, la più geniale.
Il mio vestito? Fu una sorpresa,
lo cucì mamma con poca spesa
perchè potessi ben figurare
al grande ballo di Carnevale.
So far scherzetti, son birichino,
rido alla vita come un bambino,
saluto tutti anche a distanza
con un leggero passo di danza.
           
(L. Maraldi)

sabato 1 ottobre 2011

E' il 1° ottobre e a scuola si va . . .

" E ci accompagnano mamma e papà. . .
Addio vecchio asilo grandi siam già ed alla scuola tutti ora andiam. . . Noi siamo le colonne della prima elementar,  voi non ci conoscete ma lasciateci passar, apriteci le porte e lasciateci entrar . . . Noi siamo le colonne della prima elementar. . .  "
Così cantava Il Piccolo Coro dell'Antoniano e,  sulle note di questa canzoncina,  il 1° ottobre  iniziava la scuola.
I bambini di 1a elementare si chiamavano Remigini perchè quel giorno, appunto, si festeggiava  San Remigio  protettore degli scolari.
Camminando verso  scuola  mi piaceva respirare l'aria fresca che profumava di autunno: un buon odore di foglie secche, funghi e terra bagnata che annusavo piano piano ad occhi chiusi e che mi dava  una sensazione bellissima. . .  mi sentivo contenta!
Apro il cassetto dei ricordi e mi rivedo com'ero: uno scricciolo di bambina col grembiule nero, il colletto bianco inamidato  e il fiocco blu (senza saperlo ero già Nerazzurra!), con le trecce o la coda di cavallo legata da un bel nastro colorato e la cartella di cuoio  più grande di me.  Patrizia non vedeva l'ora di sedersi nel banco vicino all'amica del cuore e incominciare a scrivere il Dettato....
Prima di entrare in classe, però, ci si divertiva a raccogliere da terra grandi manciate di foglie colorate per poi buttarle il più  in alto possibile  e vederle volteggiare e ricadere per terra intorno agli alberi, nel cortile della scuola. . . 
Era ottobre, autunno . . . la stagione  che preferisco!

mercoledì 22 giugno 2011

Camomilla, fiordalisi e papaveri nel grano maturo . . .


Ricordi di bambina . . .
"... Sù sù bagài, l'è ura da luà sù, incou l'è San Giùan e stanocc la rusada
l'ha bagnà la camamèla. . . l'è ura da andà a catàla prima che faga coult!"
(Su su bambini è ora di alzarsi, oggi è S. Giovanni e stanotte la rugiada ha bagnato la camomilla. . . è ora di andare a raccoglierla prima che faccia caldo!)

E' mattina presto. . . mi stropiccio gli occhi mentre mia nonna Giulia sveglia me e lo zio Mario, che è solo di qualche anno più grande, perchè è il momento giusto per andare  nei campi  a riempire il più possibile  di camomilla qualche sacco di juta.  Infatti, la tradizione popolare contadina racconta che le erbe mediche bagnate dalla rugiada della notte di S. Giovanni (a cavallo tra il 23 e il 24 giugno - solstizio d'estate -) e raccolte nelle prime ore della mattinata, aumentino di molto il loro potere curativo e questo valeva in modo particolare  per  la camomilla, che in quegli anni era tra le erbe più usate per curare i piccoli fastidi quotidiani come i mal di pancia, il mal di testa, per pulire le ferite e per fare gli impacchi in caso di arrossamento agli occhi.
Andare "per camomilla" era per noi bambini una festa: si partiva a gruppi e si faceva a gara a chi ne raccoglieva di più. Una volta tornati a casa, aiutavamo le donne a staccare i fiori maturi dai rami  che poi venivano stesi su dei teli bianchi sotto il portico oppure  in un altro  luogo ombreggiato e asciutto ma nello stesso tempo ventilato, dove rimanevano per qualche giorno, smuovendoli di tanto in tanto fino a quando erano ben essicati. Ricordo molto bene che poi mio nonno Gigio un po' per volta la setacciava con il "cribièt" (un grande setaccio di legno a maglie piccole) e recuperava la polvere di camomilla separandola dai petali, mentre un'altra parte veniva lasciata col fiore intero. In tutte e due i casi, la camomilla la si conservava nei vasi di vetro, quelli con la chiusura a macchinetta fino all'estate successiva. Ancora oggi mi sembra di sentire il profumo intenso e fresco di questa pianta quasi miracolosa in quegli anni. . . 

Mi sono scordata di dire che, siccome la camomilla cresceva anche lungo i bordi dei campi di grano e nei campi di grano crescevano dei bellissimi fiordalisi e un sacco di papaveri, molte volte noi bambini "entravamo nel frumento" per farne dei mazzetti. Questo faceva un po' arrabbiare i contadini perchè calpestavamo le spighe già mature e ormai pronte per la mietitura e i chicchi si disperdevano per terra. . .questo è uno dei tanti ricordi della mia bellissima infanzia trascorsa a casa dei miei nonni materni, nella Corte del Molinetto...il mio paradiso!


Forrest Gump soundtrack

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Che tempo farà a . . . .

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Questo è il mio Fornetto che evoca dolci ricordi della mi infanzia!

Questo è il mio Fornetto che evoca dolci ricordi della  mi infanzia!
(della Ditta Agnelli di Bergamo)

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I miei aforismi preferiti

Non c'è speranza senza paura e paura senza speranza.
Vicino a chi soffre ci sia sempre un cuore che ama.
(Beato Giovanni Paolo II)

Avere un posto nel cuore di qualcuno significa non essere mai soli. (R. Battaglia)

Grazie ai sogni, si possono ritrovare oggetti smarriti,
persone lontane, guarire i mali dell'anima e del corpo
e vivere felici.
(R. Battaglia)

Chi pianta cortesia, raccoglie amicizia,
chi pianta gentilezza raccoglie amore.
(Anonimo)

Le piante e i fiori sono come i progetti: alcuni non si sviluppano, altri crescono quando meno ce lo aspettiamo.

(Romano Battaglia)

Le parole gentili sono brevi e facili da dire, ma il loro eco è eterno. (Madre Teresa)


I miracoli sono sull'uscio di casa...
Basta saperli accogliere come fiori sbocciati in un
deserto di sabbia. Sono fatti di amore, chiarezza e speranza.
(R. Battaglia)

I ricordi sono nastri colorati
da appendere al vento
e non statuine di cristallo
da tenere chiuse in uno scrigno.

(Terry Brooks)


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(Pericle)

Bisogna essere pronti a contraddire gli altri senza ostinazione e lasciare, senza adirarsi, che gli altri ci contraddicano.
(Cicerone)

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