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Benvenuti . . .





Patrizia
. . .il mio mondo e poi di tutto un po'


...Ti porto fortuna !!!

*°*°*






Natale è un appuntamento a cui non puoi mancare, perché è una danza di profumi delle tue stagioni di vita, nelle continue attese di incontrare la magia che scende come la neve a imbiancare i cuori, anche quelli più neri.
Buon Natale amica mia carissima, a te e a tutti i tuoi cari che sono ormai anche un po' miei.
Con tanto affetto .....

Marisa

Riccardo e Daniele ... Noi siamo piccoli ma cresceremo!

UNA SPOLVERATINA E UNA PENNELLATA DI COLORE AI RICORDI PIU' DOLCI E COCCOLOSI , PROPRIO . . . COME UN PITTORE !



Noi siamo piccoli...ma cresceremo from Patrizia Calvi on Slide.ly.

mercoledì 22 giugno 2011

Camomilla, fiordalisi e papaveri nel grano maturo . . .


Ricordi di bambina . . .
"... Sù sù bagài, l'è ura da luà sù, incou l'è San Giùan e stanocc la rusada
l'ha bagnà la camamèla. . . l'è ura da andà a catàla prima che faga coult!"
(Su su bambini è ora di alzarsi, oggi è S. Giovanni e stanotte la rugiada ha bagnato la camomilla. . . è ora di andare a raccoglierla prima che faccia caldo!)

E' mattina presto. . . mi stropiccio gli occhi mentre mia nonna Giulia sveglia me e lo zio Mario, che è solo di qualche anno più grande, perchè è il momento giusto per andare  nei campi  a riempire il più possibile  di camomilla qualche sacco di juta.  Infatti, la tradizione popolare contadina racconta che le erbe mediche bagnate dalla rugiada della notte di S. Giovanni (a cavallo tra il 23 e il 24 giugno - solstizio d'estate -) e raccolte nelle prime ore della mattinata, aumentino di molto il loro potere curativo e questo valeva in modo particolare  per  la camomilla, che in quegli anni era tra le erbe più usate per curare i piccoli fastidi quotidiani come i mal di pancia, il mal di testa, per pulire le ferite e per fare gli impacchi in caso di arrossamento agli occhi.
Andare "per camomilla" era per noi bambini una festa: si partiva a gruppi e si faceva a gara a chi ne raccoglieva di più. Una volta tornati a casa, aiutavamo le donne a staccare i fiori maturi dai rami  che poi venivano stesi su dei teli bianchi sotto il portico oppure  in un altro  luogo ombreggiato e asciutto ma nello stesso tempo ventilato, dove rimanevano per qualche giorno, smuovendoli di tanto in tanto fino a quando erano ben essicati. Ricordo molto bene che poi mio nonno Gigio un po' per volta la setacciava con il "cribièt" (un grande setaccio di legno a maglie piccole) e recuperava la polvere di camomilla separandola dai petali, mentre un'altra parte veniva lasciata col fiore intero. In tutte e due i casi, la camomilla la si conservava nei vasi di vetro, quelli con la chiusura a macchinetta fino all'estate successiva. Ancora oggi mi sembra di sentire il profumo intenso e fresco di questa pianta quasi miracolosa in quegli anni. . . 

Mi sono scordata di dire che, siccome la camomilla cresceva anche lungo i bordi dei campi di grano e nei campi di grano crescevano dei bellissimi fiordalisi e un sacco di papaveri, molte volte noi bambini "entravamo nel frumento" per farne dei mazzetti. Questo faceva un po' arrabbiare i contadini perchè calpestavamo le spighe già mature e ormai pronte per la mietitura e i chicchi si disperdevano per terra. . .questo è uno dei tanti ricordi della mia bellissima infanzia trascorsa a casa dei miei nonni materni, nella Corte del Molinetto...il mio paradiso!


1 commento:

Pamirilla ha detto...

Sono tornata viva.....evviva!
Grazie per la tua presenza....nei momenti di dolore si vedono gli amici, ahahaha
Io tra due giorno mi devo ricordare di raccogliere i malli per il nocino, la camomilla ricorda da morire l'infanzia anche a me. Baci

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