In questi mesi ci hanno salutato diversi protagonisti della storia recente dell’Inter, a ognuno di loro è legato un ricordo particolare che va a comporre un puzzle bellissimo, saranno loro i protagonisti delle storie che amerò raccontare ai miei figli (con calma eh). Gli abbiamo visto sollevare coppe e piangere di gioia e di rabbia, correre, volare, scivolare e cadere. Cadere tante volte fino a rialzarsi e portarci sul tetto del mondo.
Ma le belle storie -come queste- hanno anche delle piccole macchie, ognuno di noi si sarà risentito magari per un atteggiamento, una parola di troppo o un determinato gesto. Vi sfido però a trovare qualcosa che stoni nella sinfonia di Walter Samuel con la maglia dell’Inter.
Mai una parola, né troppe né poche; perché un uomo che parla con gli occhi non ha bisogno di sprecare fiato davanti ai microfoni.
E dico uomo, non calciatore. Uomo prima di tutto.
Un difensore come non ne fanno più, essenziale perché di tanti fronzoli non se ne faceva proprio niente; quando c’era da picchiare, picchiava. Quando c’era da urlare, urlava.
Quando c’era, c’era. E non ce n’era per nessuno. Non si passa, c’è il Muro.
Walter Samuel è stato per noi l’affidabilità in persona, l’uomo giusto al momento giusto, arrivato fra gli scetticismi di qualcuno dopo una stagione passata a predicare nel deserto della difesa del Real dei Galacticos. È sulle sue spalle che abbiamo gettato le fondamenta della difesa che ha fatto indigestione di trofei. È stato lui il nostro muro maestro, è grazie a lui se Lucio ha raggiunto i livelli del 2010, lui era il cemento che teneva salda la diga. È stata la sua marcatura a rendere inespugnabile il nostro fortino.
Quando Ronaldo andò via giurai a me stesso che non mi sarei mai più affezionato a un calciatore dell’Inter, invece ora sono qui e realizzo che non ci sarà più una Samuelata nei primi cinque minuti, niente più stacchi di testa imperiosi su calcio d’angolo e nemmeno uno sguardo di ghiaccio sul malcapitato attaccante. Ma l’egoismo è un sentimento antipatico, quindi in fondo sono felice per i tifosi del Basilea, s’innamoreranno subito, è scontato. È bello così.
Grazie di tutto Walter, davvero.
Un bel modo di stare al mondo, il tuo. Per essere importanti non c’è bisogno di stare al centro dell’attenzione, basta essere Walter Samuel.
Sono solo un operaio
lungo la massicciata
il mio pane sa di polvere
la mia acqua è salata
e lavoro per la ruggine
e respiro il carbone
e vado per la vita
a passo d’uomo
altra misura non conosco
altra parola non sono.
lungo la massicciata
il mio pane sa di polvere
la mia acqua è salata
e lavoro per la ruggine
e respiro il carbone
e vado per la vita
a passo d’uomo
altra misura non conosco
altra parola non sono.
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